SOTF - Round 2 - Pensare Insieme

Grazie della tua partecipazione all’indagine “SOTF – Round 2”.

Essa è inserita nell’attività di analisi e commento del documento SOTF che sarà sottoposto ai delegati ONU in vista del Summit For The Future (SOTF) che si terrà presso le Nazioni Unite il prossimo settembre.

Questo questionario è funzionale al metodo Delphi utilizzato per raccogliere ed elaborare i contributi della comunità di Pensare Insieme al fine di avanzare un testo significativo a Jeffrey D. Sachs, presidente dell’UN SDSN, entro la prima settimana di giugno.

Grazie al lavoro svolto con il questionario SOTF – Round 1, proponiamo adesso il Round 2 in cui sono messe alla vostra attenzione le sintesi di tutti i commenti pervenuti, domanda per domanda, fatte le dovute esclusioni di outliers. Queste sintesi, rappresentano i frammenti di testo che sarà integrato nel documento finale e includono considerazioni e proposte. Vi chiediamo quindi di approvare (o non approvare) ogni singolo frammento ed inserire eventualmente un commento nel caso vogliate fornire un ulteriore contributo.

Le risposte al questionario, conformemente al metodo Delphi, perverranno alla Segreteria di Pensare Insieme in forma anonima e volontaria.

Dall’analisi delle risposte, sarà generato il documento finale di progetto.

In ogni caso:

tutte le informazioni relative all’indagine vengono raccolte in maniera anonima e in nessun modo riconducibili alla persona fisica o organizzazione che compila e invia il questionario;
Il presente questionario viene erogato unicamente a scopi di studio e per le finalità sopra illustrate;
per ogni spiegazione o evenienza invitiamo a scrivere a info@pensareinsieme.it.

Grazie per la collaborazione,

Pensare Insieme

1.1 – Il concetto di "non lasciare indietro nessuna persona, nessun gruppo, nessuna nazione e nessuna regione" richiede uno sforzo collettivo per ridurre le distanze economiche, sociali e culturali e promuovere una maggiore coesione sociale. Questo impegno dovrebbe includere particolare attenzione verso gruppi vulnerabili come le donne e gli anziani, assicurando che le politiche e le azioni siano orientate verso l'uguaglianza di opportunità e l'inclusione sociale. Inoltre, il fatto che "non lasciare indietro" deve implicare un impegno prioritario per il benessere delle persone piuttosto che la ricerca del profitto, e dovrebbe promuovere la collaborazione anziché la competizione. È importante considerare anche le dimensioni nazionali e regionali di questo impegno, poiché le politiche e le azioni a livello nazionale e internazionale possono influenzare in modo significativo il benessere delle persone e delle comunità. Tuttavia, affinché questo impegno sia effettivamente realizzato, è necessario che le istituzioni, compresi i parlamenti nazionali, siano veramente rappresentativi e responsabili nei confronti dei cittadini. Ciò richiede un costante controllo e coinvolgimento dei cittadini nel processo decisionale e una maggiore trasparenza e responsabilità da parte delle istituzioni pubbliche.

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1.2 – La sfida di vivere entro i confini planetari è cruciale e urgente. La nostra attuale impronta ecologica supera di gran lunga la capacità rigenerativa della Terra, mettendo a rischio la sostenibilità delle risorse naturali e dell'ambiente nel suo complesso. È importante considerare questi confini come limiti critici che non possiamo superare senza conseguenze negative per l'ecosistema globale e per il benessere umano. La gestione responsabile delle risorse naturali e la riduzione dell'impatto ambientale delle attività umane sono essenziali per garantire uno sviluppo sostenibile e il benessere delle generazioni presenti e future. Questa sfida richiede un cambiamento di paradigma nelle politiche, nelle pratiche commerciali e nel comportamento individuale, con un'impostazione che tenga conto sia della giustizia sociale che di quella ambientale.

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1.3 – L'impegno a estendere i benefici materiali dell'istruzione e della tecnologia moderna, come indicato dalla definizione di 'Prosperità', richiede una transizione da una logica di Sviluppo Sostenibile a una di Prosperità Sostenibile, garantendo un'equa ripartizione delle risorse finanziarie tra tutte le parti del mondo. Questo non solo contribuirebbe a elevare gli standard di vita delle popolazioni in tutto il mondo, ma anche a promuovere una maggiore equità sociale e uno sviluppo più armonioso e sostenibile. Inoltre, l'innovazione tecnologica dovrebbe essere guidata da una prospettiva di sviluppo sostenibile, invece di concentrarsi esclusivamente sulla crescita economica lineare.

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1.4 – La Carta delle Nazioni Unite e il diritto internazionale spesso non vengono rispettati come dovrebbero essere. La retorica sulla pace e sul rispetto sovrano delle nazioni spesso entra in conflitto con la realtà delle relazioni internazionali, dove interessi nazionali, politici ed economici particolari spesso prevalgono sul rispetto dei principi fondamentali. Inoltre, va sottolineata la contraddizione tra il principio di non intervenire negli affari interni di altre nazioni e il dovere di risolvere pacificamente i conflitti. Questa contraddizione mette in evidenza le complessità e le sfide nel perseguire la pace nel contesto geopolitico attuale. Peraltro, il diritto internazionale manca dell'autonomia e degli strumenti coercitivi necessari per essere efficace. Un primo passo verso la pace richiede un cambiamento valoriale e culturale, rinunciando alla logica della supremazia.

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1.5 – La partnership dovrebbe implicare una maggiore cooperazione e un minore spirito competitivo tra nazioni, aziende e individui. Tuttavia, affinché questa partnership sia veramente efficace, deve esserci un riequilibrio di potere e una chiara definizione dei ruoli e delle responsabilità di ciascun attore coinvolto. Inoltre, l'etica su cui si basa questa partnership dovrebbe essere definita in termini di responsabilità e azione concreta, piuttosto che semplicemente come un insieme di intenzioni o valori astratti.

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2.1 – Mentre idealmente nessuna regione dovrebbe desiderare un'egemonia per promuovere la prosperità, la sicurezza e la cooperazione, nella pratica gli interessi nazionali e regionali spesso entrano in gioco. Gli Stati Uniti sono stati considerati l'egemone globale per decenni, mentre altre nazioni, come Cina, Russia e persino attori regionali come Iran e Turchia, cercano di consolidare la propria influenza. Anche se nessuno può raggiungere o mantenere un'egemonia planetaria nel lungo periodo, l'aspirazione a un ruolo di leadership regionale persiste, spesso alimentata da motivazioni di sicurezza e sopravvivenza nazionale. La cooperazione internazionale può essere difficile da raggiungere quando tali dinamiche sono in gioco.

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2.2 – Considerata l’esistenza di un potenziale per ridurre il divario educativo e tecnologico tra le economie emergenti e quelle più sviluppate, è essenziale considerare il contesto più ampio, comprese le implicazioni della tecnologia moderna e dell'economia di mercato. La revisione della politica dei brevetti potrebbe essere cruciale per garantire un accesso equo alle tecnologie e per evitare che diventi una barriera al progresso globale. Inoltre, dovremmo riconoscere e valorizzare altre forme di economia, come quella agricola o di comunità, che potrebbero contribuire in modo significativo al benessere globale.

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2.3 – La pace, la cooperazione e le istituzioni multilaterali efficaci sono indubbiamente fondamentali per la convergenza verso una prosperità condivisa e sostenibile. Tuttavia, resta da chiarire cosa sia necessario per creare le condizioni per la pace. È un processo complesso che richiede l'impegno attivo e continuo di tutti, dai cittadini alle istituzioni globali. La pace non può essere raggiunta semplicemente attraverso la mancanza di guerra, ma richiede anche un impegno costante per la giustizia, l'uguaglianza e la risoluzione pacifica dei conflitti.

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3.1 – Sebbene il concetto di sviluppo sostenibile possa essere oggetto di critiche e dibattiti, è essenziale riconoscere che il Summit of the Future potrebbe rappresentare un'opportunità per affrontare questioni cruciali legate alla pace e al benessere globale. Il coinvolgimento delle nazioni e della società civile sarà determinante nel plasmare l'efficacia e la rilevanza di tale iniziativa.

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3.2 – In un mondo sempre più interconnesso e globalizzato, è fondamentale promuovere un nuovo multilateralismo che favorisca la cooperazione tra le nazioni e i popoli. Questo tipo di approccio può contribuire a risolvere le sfide globali, come i cambiamenti climatici, la povertà, i conflitti e le pandemie, che richiedono una risposta collettiva e coordinata. Inoltre, un multilateralismo efficace deve essere basato su principi di equità, uguaglianza e rispetto reciproco, in modo che le regole concordate siano applicate uniformemente a tutte le nazioni, indipendentemente dalla loro dimensione o potere economico. Questo approccio può contribuire a creare un mondo più giusto, sicuro, sostenibile e prospero per tutti.

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3.3 – Il sistema delle Nazioni Unite ha dimostrato di essere prezioso nel promuovere la pace, la sicurezza e lo sviluppo globale, ma è evidente che necessita di un significativo aggiornamento per affrontare le sfide attuali in modo più efficace. Questo include la riforma del Consiglio di Sicurezza per rendere le decisioni più rappresentative e responsabili, nonché la revisione delle procedure decisionali per ridurre l'incidenza del veto che può paralizzare l'azione dell'ONU. Inoltre, il sistema dovrebbe essere più flessibile e reattivo per adattarsi rapidamente ai cambiamenti globali e alle nuove sfide emergenti.

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3.4 – La Carta delle Nazioni Unite è stata redatta nel contesto del dopoguerra e deve essere rivista per essere allineata alle esigenze e alle realtà del XXI secolo. Questo potrebbe includere l'integrazione di nuovi principi e obiettivi, come la protezione ambientale e il contrasto ai cambiamenti climatici, che sono diventati questioni cruciali per la stabilità e la prosperità globali. Inoltre, potrebbe essere necessario rivedere le disposizioni sulla sicurezza internazionale per affrontare le minacce emergenti, come il terrorismo internazionale e le violazioni dei diritti umani. Una revisione della Carta potrebbe contribuire a rafforzare il ruolo e l'efficacia delle Nazioni Unite nel promuovere la pace, la sicurezza e lo sviluppo globale. In particolare, dovrebbe definire chiaramente le responsabilità degli Stati Membri nella mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici nonché a creare una pressione legale e morale per l'azione e incentivare i governi ad adottare politiche più sostenibili e responsabili.

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3.5 – Il concetto di "rendere conto" all'interno delle Nazioni Unite dovrebbe riflettere l'obbligo di responsabilità e trasparenza da parte di ciascun Paese nei confronti degli altri membri dell'ONU. Ciò significa che ogni Paese dovrebbe essere tenuto a rispettare la Carta delle Nazioni Unite, le regole, le norme e le procedure stabilite dall'organizzazione internazionale. Questo principio di accountability è essenziale per garantire un multilateralismo efficace, in quanto promuove la fiducia, la cooperazione e il rispetto reciproco tra gli Stati membri.

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4.1 – I beni pubblici essenziali, come la sicurezza globale, la salute pubblica, la protezione ambientale e lo sviluppo sostenibile, sono cruciali per il benessere dell'intera umanità e trascendono i confini nazionali. La globalizzazione avrebbe dovuto favorire la cooperazione internazionale e il rafforzamento della fornitura di questi beni pubblici a livello globale. Tuttavia, con la crescente tendenza alla deglobalizzazione e al ritorno al nazionalismo, c'è il rischio che gli sforzi per garantire questi beni pubblici possano essere depotenziati. Pertanto, è importante rafforzare il multilateralismo e l'azione coordinata a livello internazionale per assicurare che i beni pubblici essenziali siano adeguatamente forniti e gestiti per il bene comune dell'umanità.

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4.2 – I raggruppamenti regionali come l'Unione Europea, l'Unione Africana, l'ASEAN e la Lega Araba giocano un ruolo cruciale nel fornire beni pubblici regionali come la protezione degli ecosistemi e i sistemi energetici regionali decarbonizzati. Tuttavia, è importante riconoscere che molte economie regionali dipendono ancora pesantemente dai combustibili fossili e che la transizione verso alternative energetiche sostenibili rappresenta una sfida significativa. È essenziale che i paesi regionali lavorino insieme per sviluppare strategie di transizione energetica e protezione ambientale che siano coerenti con gli obiettivi globali stabiliti dalle Nazioni Unite e dalle loro agenzie specializzate. Questo richiederà un forte impegno politico, coordinamento e investimenti a lungo termine da parte dei membri dei raggruppamenti regionali.

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4.3 – L'ONU e le sue agenzie specializzate svolgono un ruolo cruciale nel fornire quadri giuridici e linee guida per l'azione sul clima, la protezione della biodiversità, il diritto dei mari, la stabilità finanziaria globale e la risoluzione pacifica delle controversie tra Stati. Tuttavia, è importante che queste organizzazioni operino nel rispetto dei principi democratici e della sovranità nazionale, fornendo linee guida e raccomandazioni senza imporre decisioni legislative. Inoltre, affinché queste soluzioni globali siano efficaci e legittime, è fondamentale che l'ONU sia rappresentativa della popolazione mondiale e che coinvolga attivamente tutti gli Stati membri nel processo decisionale.

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4.4 – La protezione della biosfera e della sua diversità, insieme agli ecosistemi critici come le foreste pluviali, gli oceani e l'atmosfera, è fondamentale per garantire la sopravvivenza e il benessere dell'umanità. Le Nazioni Unite possono contribuire a questo obiettivo promuovendo politiche e azioni che proteggano e preservino questi ecosistemi vitali, insieme al clima stabile dell'Olocene. Tuttavia, è importante specificare come questo contributo verrà realizzato e assicurarsi che vi sia una cooperazione globale efficace per affrontare le sfide ambientali attuali e future.

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4.5 – Le sfide e le complessità associate al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile entro il 2050 sono evidenti. È chiaro che il ritardo nel rispetto delle scadenze precedentemente fissate è motivo di preoccupazione, e le azioni concrete devono essere intraprese immediatamente per affrontare la crisi climatica e le altre sfide ambientali. Un approccio più rigoroso e impegnativo potrebbe includere misure come un monitoraggio annuale dei progressi, un sistema di incentivi e sanzioni per gli Stati che non rispettano gli obiettivi, e un sostegno attivo ai movimenti e alle azioni civiche che promuovono l'azione ambientale. L'ONU ha un ruolo cruciale da svolgere nel facilitare la cooperazione internazionale e nel sostenere gli sforzi nazionali e regionali per affrontare l'emergenza climatica e promuovere lo sviluppo sostenibile. Essa deve continuare a promuovere percorsi significativi considerando indispensabile la revisione delle strategie attuali per renderle più urgenti ed efficaci.

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4.6 – È evidente che vi sono posizioni divergenti riguardo al ruolo e alla natura degli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) e del coinvolgimento dell'ONU nel loro raggiungimento. Alcuni ritengono che gli SDG meritino una critica rigorosa e che l'ONU debba svolgere un ruolo più informativo e consultivo, piuttosto che promuovere accordi globali più forti o istituzioni più potenti. Altri, invece, sostengono che l'ONU debba svolgere un ruolo più attivo nell'imporre l'attuazione degli SDG attraverso strumenti vincolanti e istituzioni più potenti. Entrambe le prospettive riflettono una complessità di opinioni e strategie necessarie per affrontare sfide globali come lo sviluppo sostenibile, e il dibattito su come meglio procedere rimane aperto.

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4.7 – Esistono diverse visioni su come finanziare gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) e come strutturare l'architettura finanziaria globale per sostenere tali sforzi. Mentre alcune proposte suggeriscono l'istituzione di nuove istituzioni finanziarie o l'implementazione di tasse globali specifiche, altre sottolineano la necessità di una revisione critica degli SDG stessi o propongono soluzioni alternative, come una banca etica mondiale indipendente da istituzioni come il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale o una tassa di scopo sul patrimonio dei miliardari progettata per garantire che coloro che hanno maggiori responsabilità nell'aver contribuito ai problemi globali siano anche coloro che contribuiscono in modo proporzionato alla loro risoluzione. Queste diverse prospettive evidenziano la complessità e la diversità delle opinioni riguardo a come affrontare le sfide finanziarie connesse con lo sviluppo sostenibile a livello globale.

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4.8 – Esistono concreti dubbi sulla rappresentatività e sull'efficacia di un nuovo parlamento dell'ONU dei Popoli. Se da un lato si suggerisce un modello di rappresentanza simile al Parlamento svizzero, combinando rappresentanti proporzionali alla popolazione con una camera di rappresentanti per nazione, dall’altro, sottolineando la sfida della rappresentatività e l'influenza delle lobby, si propone invece un approccio basato su una selezione casuale dei rappresentanti della popolazione mondiale, senza coinvolgere politici e con criteri rigorosi di rappresentatività. Entrambe le prospettive evidenziano la necessità di affrontare le sfide della rappresentanza democratica in un contesto globale.

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4.9 – Le opinioni sullo sfruttamento dei progressi della scienza e della tecnologia per il bene dell'umanità riflettono una serie di punti di vista diversi sull'importanza della vigilanza contro gli abusi delle tecnologie avanzate e sull'approccio che l'ONU dovrebbe adottare. Mentre si enfatizza la necessità di una sede di discussione planetaria per affrontare i rischi delle tecnologie avanzate, un’opinione diffusa evidenzia il desiderio che l'ONU si concentri anche sul contenimento dei rischi e sull'adozione di strumenti per gestire gli impatti sociali, etici e ambientali delle nuove tecnologie, specialmente riguardo ai progressi nell’informatica e nell’intelligenza artificiale. Inoltre, si evidenzia una preoccupazione più ampia riguardo alla natura stessa del progresso tecnologico e al suo impatto sull'umanità, sottolineando la necessità di porre il problema nel contesto delle istanze globali.

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5.1 – Mentre alcuni indicano lo sviluppo sostenibile come una delle cause principali dei problemi attuali, altri sottolineano l'urgenza di agire senza indugi. C'è anche chi solleva dubbi sull'efficacia dell'investimento finanziario nel raggiungere uno sviluppo sostenibile, suggerendo invece la necessità di esplorare approcci alternativi come la decrescita controllata. Questo implica che lo sforzo per affrontare lo sviluppo sostenibile non può essere relegato esclusivamente a un investimento a lungo termine, ma richiede anche azioni immediate e concrete per mitigare i danni attuali e prevenire ulteriori crisi.

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5.2 – Ci sono dubbi sulle tempistiche e sulla struttura dei piani finanziari per lo sviluppo sostenibile. Mentre alcuni sottolineano l'importanza di bandire i finanziamenti ai combustibili fossili e di adottare piani a medio termine, altri ritengono che un'architettura finanziaria globale riformata, supportata da piani nazionali e regionali a lungo termine, potrebbe essere efficace nel promuovere lo sviluppo sostenibile. La questione è complessa e richiede un'attenta considerazione dei trade-off e delle priorità.

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5.3 – C’è consapevolezza della necessità di fornire capitali a lungo termine a prezzi accessibili ai paesi a reddito medio-basso per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile. Proposte come l'annullamento del debito basato sui progressi dei progetti chiave e la creazione di una Banca Etica Mondiale indipendente evidenziano la ricerca di soluzioni alternative alle istituzioni finanziarie globali esistenti, come il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale. Tuttavia, si deve tener conto del complesso funzionamento dei mercati finanziari e della necessità di affrontare le dinamiche di potere e le condizioni imposte da queste istituzioni multilaterali per garantire che gli investimenti soddisfino i bisogni primari e i diritti fondamentali delle persone e dei popoli, specie per quanto riguarda le esigenze immediate delle comunità più vulnerabili.

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5.4 – Per ottenere la mobilitazione finanziaria necessaria per affrontare le sfide globali, potrebbe essere necessario esplorare nuove istituzioni e forme di finanziamento, compresa la tassazione globale. La proposta di una Banca Mondiale dello Sviluppo Sostenibile è un esempio di istituzione destinata a facilitare la mobilitazione finanziaria necessaria così come la tassazione globale potrebbe assumere diverse forme, come una tassa sulle transazioni finanziarie internazionali, una tassa sulle emissioni di carbonio o altre forme di prelievo fiscale. Tuttavia, prima di concordare sull'idea di una tassazione globale, è importante definire chiaramente il sistema di tassazione proposto e garantire che sia equo ed efficace. Va sottolineata inoltre, l'importanza di riformare gli attuali istituti multilaterali per renderli più inclusivi e ridurre il peso dei paesi occidentali, consentendo una partecipazione più ampia delle economie emergenti.

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6.1 – Si evidenziano diverse prospettive sulla questione dei tempi per raggiungere gli obiettivi dell'Agenda 2030. Alcune sostengono che spostare l'orizzonte temporale a una data successiva, come il 2050, non risolverà i problemi intrinseci e l'insostenibilità di molti degli obiettivi dell'agenda, sottolineando la necessità di una critica severa e di soluzioni più radicali. Altre ritengono che, data la mancata adesione alle scadenze già fissate, sia importante adottare strumenti più efficaci per monitorare i progressi e incentivare gli Stati a rispettare gli impegni presi quale, ad esempio, l'implementazione di un cronoprogramma con scadenze annuali per monitorare i progressi e l'adozione di procedure efficaci. Risulterebbe efficace anche la garanzia di un sostegno legale ai cittadini che manifestano contro l'inazione dei governi nel raggiungere gli obiettivi, al fine di accrescere la pressione per l'azione.

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6.2 – Esiste una comune consapevolezza sulla complessità delle relazioni commerciali internazionali e sulla necessità di bilanciare diversi interessi specie per quanto riguarda l’equilibrio tra la protezione delle filiere industriali e dei posti di lavoro nelle economie avanzate e la promozione della crescita economica globale e dell'inclusione. Mentre alcuni sostengono la necessità di ripensare e riequilibrare il sistema dei commerci internazionali in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs), altri propongono una rivoluzione del sistema per allinearlo agli SDGs stessi. Vi è anche una comprensione delle ragioni dietro le misure protezioniste adottate dalle economie avanzate, ma si sottolinea l'importanza di limitare tali politiche per favorire le economie emergenti. La parola "coerenza" nel quadro politico internazionale viene vista come essenziale per gestire questa sfida in modo equo ed efficace.

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6.3 – Mentre alcuni ritengono che il sistema commerciale multilaterale dell'OMC debba essere completamente stravolto per allinearne gli obiettivi con gli SDG e l'agenda sul clima, altri riconoscono che, nonostante le sue imperfezioni, l'OMC facilita le relazioni commerciali tra le nazioni, creando un ambiente che può favorire la cooperazione su questioni come il cambiamento climatico e gli SDG. Tuttavia, c'è anche una consapevolezza che l'OMC potrebbe non essere la più adatta a perseguire gli SDG e l'agenda climatica e potrebbero esserci istituzioni multilaterali più adatte per perseguire tali obiettivi.

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6.4 – Il sistema attuale di meccanismi di contenzioso tra investitori e Stati favorisce le grandi aziende a discapito degli interessi nazionali e della transizione verso tecnologie più pulite e sostenibili. Questo sistema di stampo neoliberista dovrebbe essere riequilibrato per garantire una maggiore tutela degli interessi degli Stati e dei loro cittadini.

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7.1 – Investimenti rapidi e coraggiosi possono certamente contribuire significativamente alla riduzione della povertà estrema e al progresso verso gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) nei Paesi più poveri a patto che le risorse siano fornite a bassi tassi d’interesse in modo da non aggravare ulteriormente il debito dei Paesi e da consentire loro di investire in modo sostenibile senza eccessivi oneri finanziari. Inoltre, i termini devono riferirsi alla tempestività nell'attuazione degli investimenti e alla dimensione degli investimenti stessi. Investimenti rapidi significano agire con urgenza per affrontare le sfide immediate, come la povertà estrema, mentre investimenti coraggiosi possono indicare la volontà di intraprendere azioni audaci e innovative, anche se implicano rischi. Per ultimo, gli investimenti dovrebbero essere mirati a sostenere gli SDG, che comprendono obiettivi specifici come l'eliminazione della povertà, la promozione della salute e dell'istruzione, la lotta al cambiamento climatico e la promozione di economie sostenibili e inclusive.

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7.2 – L'istruzione è indubbiamente uno degli investimenti più cruciali per lo sviluppo sostenibile e il progresso sociale ed economico. Tuttavia, è importante considerare anche altri fattori fondamentali per il benessere umano, come cibo, acqua, cure mediche e alloggio sicuro. Inoltre, affinché l'istruzione porti pieni benefici, devono essere implementate politiche che incentivino le persone istruite a rimanere nei loro paesi di origine, contribuendo così allo sviluppo locale e nazionale.

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7.3 – Garantire finanziamenti adeguati e di qualità ai paesi più poveri per aumentare gli investimenti necessari a raggiungere gli SDG è cruciale. Tuttavia, oltre ai prestiti, è essenziale considerare anche altre forme di sostegno, come risorse economiche fornite gratuitamente per una vera cooperazione allo sviluppo. Inoltre, è importante tenere conto della governance interna di questi paesi, poiché la corruzione e la mancanza di strutture di pianificazione efficienti possono compromettere l'efficacia degli investimenti. Infine, è opportuno riflettere su soluzioni più audaci e strutturali, come la restituzione delle risorse depredante in passato come forma di donazioni a fondo perduto, per affrontare le radici storiche della povertà e dell'instabilità economica di questi paesi.

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7.4 – È fondamentale approfondire il tema dei finanziamenti da fonti ufficiali per capire chi ne beneficia realmente e assicurare che tali finanziamenti siano indirizzati verso progetti efficaci e trasparenti. Inoltre, è un dato di fatto che, insieme all'aumento della portata dei finanziamenti, sia importante diversificare le istituzioni multilaterali coinvolte, includendo anche quelle provenienti dal "Sud globale", e considerare la diversificazione delle monete di riserva per ridurre la dipendenza dal dollaro.

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7.5 – Approfondire il tema con esperti di finanza e cooperazione allo sviluppo è essenziale per comprendere appieno i benefici e le implicazioni dell'aumento delle dimensioni e delle prestazioni delle banche di sviluppo nazionali. Inoltre, è necessario includere le banche di sviluppo del "Sud globale" e diversificare le monete di riserva per ridurre la dipendenza dal dollaro. È anche importante considerare la modifica delle condizioni di garanzia statale e allargare i campi di intervento per i finanziamenti, garantendo una maggiore flessibilità e possibilità di intervento.

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7.6 – La tassazione sulla CO2, sulle transazioni finanziarie e su altri "beni cattivi" internazionali potrebbero certamente generare risorse globali significative per affrontare sfide come il cambiamento climatico. Tuttavia, è importante considerare gli impatti redistributivi di queste tasse e assicurarsi che non siano regressivi, colpendo in modo sproporzionato i ceti medi o svantaggiando i paesi più poveri. Inoltre, l'idea di tassare il patrimonio dei miliardari per garantire una maggiore giustizia sociale è degna di considerazione, poiché può contribuire a ridurre le disuguaglianze economiche globali. Integrare le esternalità negative nel prezzo di vendita dei beni e dei servizi è anche una strategia valida per internalizzare i costi ambientali e promuovere un comportamento più sostenibile. In sintesi, una combinazione di tassazione globale mirata e redistribuzione delle risorse potrebbe costituire un approccio efficace per mobilitare le risorse necessarie per affrontare sfide globali come il cambiamento climatico e promuovere una maggiore giustizia sociale ed economica.

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7.7 – Mentre la riforma dei mercati dei capitali privati potrebbe essere parte della soluzione per sostenere lo sviluppo nei Paesi a basso e medio reddito, è essenziale considerare attentamente gli impatti e le implicazioni di tali riforme per garantire che promuovano effettivamente gli obiettivi di sviluppo sostenibile e l'equità economica globale. La riforma dei mercati dei capitali privati e della loro regolamentazione potrebbe sicuramente contribuire a indirizzare maggiori flussi di capitali verso i Paesi a basso e medio reddito, ma è importante considerare attentamente gli impatti e le implicazioni di tali riforme, a partire dalla disuguaglianza strutturale determinata dalla natura dei mercati di capitali storicamente orientati verso l’economia statunitense. Inoltre, la questione delle garanzie statali è cruciale. Gli investimenti nei paesi emergenti spesso richiedono garanzie elevate, che possono essere onerose per i governi nazionali. Una riforma efficace dovrebbe affrontare questa sfida e cercare modalità per ridurre i costi delle garanzie e rendere gli investimenti più accessibili. La riforma del sistema di rating del credito potrebbe svolgere un ruolo importante nell'aumentare la fiducia degli investitori e ridurre il rischio percepito degli investimenti nei Paesi a basso e medio reddito. Tuttavia, è importante comprendere meglio in che modo questa riforma influenzi effettivamente il comportamento degli investitori e la disponibilità di capitali per questi paesi.

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7.8 – L'essenza del raggiungimento dello sviluppo sostenibile risiede nell'investimento nel capitale di ogni individuo e di tutta l'economia, comprendendo diverse forme di capitale. L'inclusione di vari tipi di capitale umano, infrastrutturale, imprenditoriale, intellettuale e naturale è fondamentale per creare una base solida per uno sviluppo equo e duraturo. L'investimento in queste diverse forme di capitale è cruciale per costruire una società più equa, prospera e sostenibile. Integrare il capitale creativo nel discorso sullo sviluppo sostenibile riconosce l'importanza dell'innovazione e della diversità culturale come fattori chiave per affrontare le sfide globali e promuovere una crescita inclusiva e sostenibile.

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8.1 – È importante considerare una serie di fattori quando si valuta la minaccia alla pace globale, compreso il ruolo delle grandi potenze e altre dinamiche geopolitiche nel determinare la stabilità internazionale. L’interferenza di una nazione negli affari interni di un'altra nazione può essere una minaccia alla pace, soprattutto se tale interferenza è mirata a destabilizzare regimi o influenzare situazioni politiche delicate. Tuttavia, le rivalità tra le grandi potenze giocano un ruolo significativo nel determinare la pace globale. Esse spesso utilizzano questa pratica come strumento per perseguire i propri interessi geopolitici, il che può portare a conflitti regionali e instabilità. Inoltre, le guerre civili e i conflitti interni, spesso alimentati da tensioni etniche, religiose o socioeconomiche, possono rappresentare una minaccia significativa per la pace, anche se non coinvolgono direttamente le grandi potenze. Da un’altra prospettiva, tuttavia, il coinvolgimento delle grandi potenze può anche contribuire alla stabilizzazione e alla risoluzione dei conflitti, come nel caso di interventi per prevenire genocidi o atrocità.

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8.2 – La trasparenza e il rispetto della sovranità sono fondamentali. Nessuna nazione dovrebbe intraprendere interferenze occulte nella politica di un altro Paese, sia attraverso il finanziamento sia attraverso il sostegno di partiti politici, movimenti o candidati. Questo principio si estende anche a privati e organizzazioni non governative, che non dovrebbero essere utilizzati come strumenti di ingerenza politica. Di contro, l'idea di influenze "democratiche" solleva una questione complessa. Se un intervento esterno promuove principi democratici e diritti umani, alcuni potrebbero vederlo come positivo. Tuttavia, anche tali interventi possono essere problematici se minano la sovranità di un Paese o se non rispettano i contesti culturali e politici locali. La promozione della democrazia dovrebbe essere fatta in modo trasparente e attraverso canali multilaterali, come le Nazioni Unite, piuttosto che attraverso azioni unilaterali o occulte. L'esempio della legge in Georgia, spesso criticata come la "legge russa", illustra come le nazioni possano tentare di limitare l'influenza esterna. Sebbene possa essere giustificata come protezione contro l'infiltrazione politica, tali leggi devono essere bilanciate per evitare di soffocare la società civile e i diritti democratici interni. Gli sforzi per promuovere la democrazia e i diritti umani devono essere condotti in modo che rispettino le leggi internazionali e la sovranità nazionale, preferibilmente attraverso canali riconosciuti e multilaterali.

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8.3 – Mentre il principio generale di non stazionare permanentemente forze militari in Paesi stranieri è valido per la protezione della sovranità e per evitare tensioni geopolitiche, ci sono eccezioni significative come le missioni di pace ONU e le alleanze militari difensive che possono giustificare una presenza militare straniera. Ciò premesso, nessuna nazione dovrebbe stazionare permanentemente le proprie forze militari in Paesi stranieri al di fuori di accordi multilaterali o alleanze militari difensive, come le missioni di pace delle Nazioni Unite o le basi militari in Paesi membri di alleanze difensive riconosciute.

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9.1 – La riforma del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite è un argomento dibattuto da tempo, poiché il suo attuale formato e sistema di votazione possono ostacolare l'efficacia delle azioni intraprese per mantenere la pace e la sicurezza internazionale. L'ampliamento e la riforma del Consiglio di Sicurezza potrebbero contribuire a rendere l'ONU più rappresentativa e inclusiva, consentendo una partecipazione più equa dei vari paesi membri. Questo potrebbe aiutare a garantire che le decisioni prese dal Consiglio riflettano meglio le opinioni e gli interessi di una gamma più ampia di nazioni, aumentando quindi la legittimità e l'accettazione delle sue risoluzioni. Inoltre, fornire al Consiglio di Sicurezza poteri più efficaci potrebbe aumentare la sua capacità di rispondere in modo tempestivo e efficace alle crisi globali, contribuendo così a promuovere la pace e la sicurezza nel mondo.

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9.2 – Il principio del veto nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite può rappresentare un ostacolo significativo per l'adozione di risoluzioni efficaci, specialmente quando un singolo membro blocca l'azione della comunità internazionale. Introdurre il voto a super-maggioranza potrebbe contribuire a superare questo ostacolo, consentendo alla maggioranza dei membri del Consiglio di prendere decisioni anche in presenza di un veto. Tuttavia, è importante considerare le implicazioni pratiche e politiche di un tale cambiamento. Potrebbe essere necessario negoziare ampiamente con i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza, che attualmente detengono il potere di veto, per ottenere il consenso su una riforma del genere. Inoltre, l'introduzione del voto a super-maggioranza dovrebbe essere accompagnata da misure che garantiscano la trasparenza, l'equità e l'efficienza nel processo decisionale del Consiglio.

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9.3 – Rafforzare il potere del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per vietare il flusso internazionale di armi verso le zone di conflitto è una proposta importante e moralmente valida, ma affronta molteplici sfide sia politiche che economiche. Esistono profonde questioni di governance all'interno dell'ONU, con stati più potenti che spesso cercano di promuovere i propri interessi attraverso corruzione, ricatti o lobbismo. Inoltre, l'industria globale delle armi è estremamente potente e influente, con interessi economici significativi nel mantenimento del flusso di armi verso le zone di conflitto. Questo crea un conflitto di interessi che può ostacolare qualsiasi tentativo di riforma significativa. Per rendere realistica questa proposta, potrebbe essere necessario un ampio sostegno internazionale e un impegno politico significativo da parte dei principali attori globali. Questo potrebbe richiedere una combinazione di pressione pubblica, diplomazia internazionale e riforme istituzionali all'interno dell'ONU stessa. Anche se l'obiettivo può sembrare irrealizzabile nel breve termine, è importante continuare a sollevare la questione e lavorare verso una maggiore consapevolezza e azione a livello globale.

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9.4 – Viviamo in un'epoca in cui la mediazione politica degli Stati nazionali spesso fallisce nel prevenire o risolvere i conflitti armati, lasciando le guerre senza chiari obiettivi politici definiti. Introdurre un "corpo diplomatico" all'interno dell'ONU, dotato di personale dedicato e risorse adeguate, potrebbe essere un passo importante per affrontare questa sfida. Questo corpo diplomatico potrebbe intervenire quando la politica nazionale fallisce nel prevenire o risolvere i conflitti, cercando di razionalizzare la violenza e trovare soluzioni diplomatiche che siano nel migliore interesse di tutti i popoli coinvolti. Inoltre, l'idea di introdurre una "Diplomazia dei Popoli" che agisca efficacemente per riportare la pace durante i conflitti è intrigante. Questo tipo di diplomazia potrebbe essere guidato dai principi di giustizia, equità e rispetto dei diritti umani, e potrebbe essere uno strumento importante per porre fine alle guerre senza fine e promuovere una cultura di pace e dialogo internazionale.

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9.5 – Il potenziamento dei finanziamenti per le operazioni di costruzione della pace è certamente importante, specialmente nei contesti a basso reddito, dove le risorse possono essere scarse e il sostegno esterno può fare la differenza. Tuttavia, è altrettanto importante comprendere come queste operazioni vengano progettate ed eseguite. Le operazioni di costruzione della pace devono essere efficaci e sostenibili nel lungo termine. Ciò significa che i finanziamenti dovrebbero essere utilizzati in modo strategico per affrontare le radici dei conflitti, promuovere la riconciliazione, rafforzare le istituzioni democratiche e promuovere lo sviluppo socio-economico. Questo richiede un approccio integrato e coordinato che coinvolga varie agenzie, organizzazioni internazionali, governi locali e comunità. Allo stesso tempo, la costruzione della pace richiede anche di smettere di finanziare la guerra. Ciò implica un cambiamento di prospettiva e un impegno attivo per risolvere i conflitti attraverso la diplomazia, il dialogo e la mediazione anziché tramite la violenza armata. Investire in politiche di prevenzione dei conflitti e nella promozione della pace può essere più efficace nel lungo termine rispetto al finanziamento di operazioni militari.

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9.6 – Da un lato, c'è il problema della sfiducia reciproca tra le nazioni, specialmente tra le potenze nucleari, che rende difficile la ratifica e il rispetto del trattato sulla proibizione delle armi nucleari. La mancanza di fiducia e il desiderio di mantenere un vantaggio strategico possono ostacolare gli sforzi per il disarmo nucleare. D'altra parte, c'è la questione della deterrenza, in cui le potenze nucleari vedono i loro arsenali come un deterrente contro potenziali minacce. Questo concetto si basa sull'idea che la minaccia di una risposta nucleare dissuaderà gli attacchi nucleari da parte di altre nazioni. Tuttavia, questo sistema porta con sé il rischio di una corsa agli armamenti nucleari e il pericolo di escalation incontrollabile. Nonostante queste sfide, il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari rappresenta un importante passo avanti verso l'obiettivo di un mondo senza armi nucleari. Anche se la sua ratifica e il suo rispetto possono sembrare utopici al momento, l'impegno continuo delle organizzazioni internazionali e della società civile può contribuire a mantenere viva la speranza e a spingere i governi verso il disarmo nucleare.

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10.1 – Affrontare le questioni relative alla trasparenza, alla condivisione delle informazioni e alla tempestività delle risposte sarà fondamentale per garantire che l'ONU possa svolgere un ruolo efficace nel regolamentare e supervisionare lo sviluppo tecnologico per il bene comune. L'idea di istituire processi di supervisione globale delle tecnologie all'avanguardia attraverso l'ONU è quindi importante e meritevole di esplorazione. Tuttavia, le normative attuali sui brevetti possono ostacolare la condivisione e la trasparenza delle informazioni critiche sullo sviluppo tecnologico. Inoltre, molte delle tecnologie all'avanguardia sono soggette a segreti commerciali o militari, il che rende difficile per le organizzazioni internazionali ottenere accesso completo e trasparente alle informazioni necessarie per supervisionarle adeguatamente. In aggiunta, la velocità con cui le tecnologie avanzano rende necessaria una supervisione altrettanto rapida ed efficiente: se i processi decisionali dell'ONU sono lenti e complessi, potrebbe venire meno la capacità di rispondere tempestivamente alle minacce emergenti o ai rischi associati alle nuove tecnologie.

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10.2 – Da un lato, è fondamentale garantire che l'accesso alle tecnologie avanzate non sia limitato ai soli paesi sviluppati, ma che sia esteso anche ai paesi in via di sviluppo. La creazione di centri globali e regionali di eccellenza, formazione e produzione potrebbe contribuire a ridurre il divario tecnologico tra paesi e a promuovere uno sviluppo più equo e sostenibile su scala globale. D'altro canto, c'è il rischio che la focalizzazione esclusiva sullo sviluppo tecnologico possa perpetuare il paradigma della crescita economica senza tener conto delle sue implicazioni sociali e ambientali. Inoltre, il monopolio della conoscenza da parte dei paesi avanzati potrebbe accentuare le disuguaglianze globali e minare la capacità di partecipazione e sviluppo autonomo dei paesi in via di sviluppo. Pertanto, mentre è importante promuovere l'accesso equo alle tecnologie avanzate, è altrettanto cruciale integrare questo sforzo in un quadro più ampio di sviluppo sostenibile che tenga conto delle sfide sociali, ambientali ed economiche che affrontano le comunità globali. Questo potrebbe includere l'adozione di politiche che favoriscano la condivisione del know-how tecnologico, la protezione dell'ambiente e la promozione di pratiche economiche più inclusive e orientate al benessere generale.

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10.3 – La promozione di un'uguaglianza di opportunità nell'istruzione potrebbe contribuire significativamente a ridurre le disuguaglianze globali e a favorire lo sviluppo equo e sostenibile su scala mondiale. Costruire università di livello mondiale in Africa, e non solo, potrebbe essere un passo significativo verso lo sviluppo sostenibile, fornendo un'istruzione di alta qualità che può contribuire a promuovere la crescita economica, la ricerca scientifica e l'innovazione. Queste università potrebbero concentrarsi su discipline legate allo sviluppo sostenibile, come l'ingegneria ambientale, le energie rinnovabili, la gestione delle risorse naturali e la sostenibilità economica e sociale. Tuttavia, è importante garantire che queste università siano gestite in modo indipendente e che la loro governance non sia soggetta a interferenze politiche dannose. Il controllo politico potrebbe compromettere l'obiettivo di fornire un'istruzione di alta qualità e neutrale che promuova il pensiero critico e l'innovazione. Inoltre, è cruciale estendere questa iniziativa ad altri continenti e regioni del mondo, in modo che tutti abbiano accesso a istituzioni educative di alta qualità.

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10.4 – I finanziamenti pubblici nella ricerca e nello sviluppo sono essenziali per affrontare le urgenti necessità dei poveri e delle fasce svantaggiate della società che potrebbero altrimenti essere trascurate dalla logica del profitto del settore privato. Questi finanziamenti pubblici possono concentrarsi su aree di ricerca cruciali per il progresso umano e sociale, come la salute pubblica, l'ambiente, l'energia pulita, l'agricoltura sostenibile e molto altro ancora. Inoltre, i risultati della ricerca finanziata pubblicamente dovrebbero essere considerati beni pubblici e resi accessibili a tutti senza restrizioni eccessive. Questo approccio open source alla conoscenza e alla tecnologia può massimizzare i benefici per la società nel suo complesso, consentendo a una vasta gamma di attori, inclusi ricercatori, imprese e governi, di utilizzare e costruire su tali conoscenze per affrontare sfide comuni.

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10.5 – La realizzazione dell'accesso universale agli investimenti fondamentali nel capitale umano dei bambini entro il 2030 rappresenta un obiettivo cruciale per promuovere lo sviluppo globale e affrontare le disuguaglianze socio-economiche. Per raggiungere questo obiettivo, è essenziale adottare un approccio olistico che non si limiti alla sola istruzione, ma consideri anche la nutrizione e l'assistenza sanitaria come componenti fondamentali del benessere e dello sviluppo dei bambini. Aiutare i genitori a uscire dalla povertà è una priorità cruciale, poiché la povertà può ostacolare significativamente la loro capacità di fornire ai propri figli un ambiente sicuro e stimolante per il loro sviluppo. Inoltre, il concetto di "cura" è di vitale importanza, poiché va oltre la mera istruzione e comprende la necessità di garantire ai bambini un ambiente amorevole, protetto e stimolante che favorisca lo sviluppo sia emotivo che cognitivo. Per finanziare in modo sostenibile gli investimenti nel capitale umano dei bambini, potrebbero essere necessarie nuove modalità di finanziamento globale a lungo termine. Queste potrebbero includere meccanismi di finanziamento innovativi, come tasse globali su transazioni finanziarie o altre risorse internazionali, insieme a una maggiore cooperazione e coordinamento tra gli attori globali, compresi governi, organizzazioni internazionali e settore privato. In questo modo, si potrebbe garantire che il diritto umano di ogni bambino a un'istruzione primaria e secondaria di qualità, alla nutrizione e all'assistenza sanitaria diventi una realtà per tutti i bambini del pianeta.

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10.6 – Promuovere migliori risultati in termini di salute pubblica nei Paesi in cui l'aspettativa di vita è significativamente indietro rispetto ai Paesi leader è una priorità urgente. Questo può essere raggiunto attraverso una serie di interventi mirati che comprendono investimenti diretti nella sanità, nell'istruzione, nella protezione sociale e nella riduzione della povertà. È importante sottolineare che gli interventi volti a migliorare la salute pubblica dovrebbero essere basati su approcci sostenibili e orientati al lungo termine. Ciò potrebbe implicare la fornitura di aiuti finanziari, ma anche il trasferimento di conoscenze, tecnologie e migliori pratiche nei settori della sanità e della salute pubblica. Inoltre, migliorare l'aspettativa di vita può essere un risultato indiretto di interventi che affrontano altre sfide legate allo sviluppo, come la povertà, la malnutrizione e le disuguaglianze di genere. Investire in formazione, infrastrutture e sicurezza sociale può avere un impatto significativo sulla salute pubblica e sull'aspettativa di vita delle persone.

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11.1 – Da un lato, c'è una critica allo sviluppo sostenibile come causa del disastro ecologico e sociale attuale. Questa posizione solleva importanti domande sull'efficacia e sulla validità dei paradigmi di sviluppo attuali, che talvolta possono perpetuare disuguaglianze, sfruttamento delle risorse e danni ambientali. Dall'altro lato, c'è il riconoscimento del potenziale della cittadinanza globale nel promuovere valori di convivenza pacifica e sviluppo sostenibile in tutto il mondo. La visione di una comunità globale in cui le persone vivono insieme in armonia, rispettando l'ambiente e le necessità delle generazioni future, è un obiettivo nobile e auspicabile. La sfida sta nel bilanciare questi due punti di vista. È importante riconoscere i limiti e le criticità dello sviluppo sostenibile attuale, cercando modelli alternativi che possano affrontare le sfide globali in modo più efficace ed equo. Allo stesso tempo, promuovere una visione di cittadinanza globale che abbracci i valori dello sviluppo sostenibile potrebbe essere un passo verso la creazione di un mondo più giusto e sostenibile per tutti.

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11.2 – Mentre l'idea di istituire un organo come il Parlamento dei popoli dell'ONU potrebbe essere promettente nel promuovere la partecipazione democratica e il coinvolgimento dei cittadini a livello globale, è fondamentale affrontare attentamente questioni importanti come la rappresentanza e l'integrità per assicurare che tale organo possa svolgere il suo ruolo in modo efficace e autentico. Il tema della rappresentanza è fondamentale: garantire che un tale organo sia veramente rappresentativo dei cittadini del mondo potrebbe essere un compito arduo. La proposta di selezionare i membri a sorte, con criteri che riflettano la diversità della popolazione mondiale, potrebbe aiutare a mitigare il rischio di manipolazioni da parte di lobby o di interessi economici particolari. In questo modo, si potrebbe garantire una rappresentanza più equa e autentica. In questo contesto, la questione dell'influenza delle lobby e della corruzione è cruciale. È essenziale adottare misure rigorose per prevenire e contrastare qualsiasi forma di corruzione o influenza indebita. L'indipendenza e l'integrità dei membri del Parlamento dei popoli dell'ONU dovrebbero essere garantite da un solido quadro normativo e da meccanismi di controllo trasparenti e efficaci.

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11.3 – È evidente la necessità di definire chiaramente i poteri e le responsabilità del "Parlamento dei popoli dell'ONU" per assicurare che sia in grado di svolgere un ruolo significativo nella supervisione e nell'allocazione del bilancio dell'ONU. Il termine "supervisione" potrebbe risultare troppo debole se non accompagnato da un effettivo potere decisionale sul bilancio dell'ONU. Garantire al Parlamento dei popoli un ruolo attivo nel processo decisionale potrebbe renderlo più efficace nel rappresentare gli interessi dei cittadini globali e assicurare una gestione trasparente e responsabile delle risorse finanziarie delle Nazioni Unite. Inoltre, l'attribuzione di poteri specifici per la riscossione e l'erogazione delle imposte internazionali potrebbe fornire al Parlamento dei popoli risorse finanziarie dirette per affrontare questioni globali urgenti, come la povertà, la salute pubblica e il cambiamento climatico. Tuttavia, è essenziale accompagnare queste riforme con robusti strumenti di prevenzione e lotta alla corruzione per garantire l'integrità e l'efficacia del processo decisionale finanziario a livello globale.

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11.4 – Sebbene l'idea di istituire un Consiglio delle Regioni presso l'ONU possa sembrare interessante per garantire una maggiore rappresentanza degli organismi regionali come l'ASEAN, l'Unione europea, l'Unione africana e altri, è importante considerare attentamente le implicazioni e le possibili sovrapposizioni con le attuali strutture dell'ONU. Esistono già meccanismi informali di coordinamento tra paesi e organismi regionali, e alcuni di essi hanno anche un'ampia rappresentanza all'interno dell'Assemblea Generale dell'ONU. L'istituzione di un nuovo organo formale potrebbe comportare duplicazioni di ruoli e funzioni, oltre a potenziali sfide nell'armonizzazione delle decisioni e delle politiche tra i diversi organi dell'ONU. Tuttavia, se adeguatamente strutturato e coordinato, un Consiglio delle Regioni potrebbe contribuire a facilitare il dialogo e la cooperazione tra le regioni del mondo su questioni di interesse comune, promuovendo così la collaborazione multilaterale e la ricerca di soluzioni condivise per le sfide globali. La sua efficacia dipenderà dalla sua capacità di complementare e coordinare con successo le attuali istituzioni dell'ONU, evitando duplicazioni e sovrapposizioni inutili.

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11.5 – Seppure possa essere importante incoraggiare la partecipazione delle città e delle giurisdizioni subnazionali nei processi decisionali globali, l'istituzione di un Consiglio delle città nell'ambito dell'ONU potrebbe sollevare alcune questioni pratiche e concettuali. In primo luogo, potrebbe essere difficile determinare quali città dovrebbero essere rappresentate e quali criteri dovrebbero essere utilizzati per selezionarle. Le città di diverse dimensioni e contesti avrebbero interessi e priorità diversi, e garantire una rappresentanza equa e significativa potrebbe essere una sfida. Inoltre, concentrare l'attenzione sulle città potrebbe trascurare le esigenze e le prospettive delle aree non urbane e rurali, che costituiscono una parte significativa della popolazione mondiale. Questo potrebbe creare una sperequazione nella rappresentanza e nei dibattiti sui temi globali, limitando la diversità delle voci e delle prospettive coinvolte. Invece di istituire un Consiglio specifico per le città nell'ambito dell'ONU, potrebbe essere più efficace esplorare modalità alternative per coinvolgere le città e le giurisdizioni subnazionali nei processi decisionali globali, ad esempio attraverso partenariati e reti di cooperazione che coinvolgono sia enti locali che organizzazioni internazionali. Questo potrebbe consentire una rappresentanza più inclusiva e una partecipazione più significativa delle diverse comunità nel contesto globale.

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11.6 – L'istituzione di un Consiglio dei Popoli Indigeni all'interno dell'ONU potrebbe essere un passo significativo verso il riconoscimento e il rispetto dei diritti e delle prospettive delle comunità indigene in tutto il mondo. Le popolazioni indigene sono spesso marginalizzate, discriminate e prive di voce nelle decisioni che influenzano le loro vite e i loro territori. Un Consiglio dei Popoli Indigeni potrebbe fornire uno spazio dedicato per l'espressione dei loro interessi, delle loro preoccupazioni e delle loro conoscenze tradizionali, consentendo loro di partecipare attivamente ai processi decisionali che li riguardano direttamente. Inoltre, un tale consiglio potrebbe contribuire a promuovere la conservazione delle culture indigene, delle lingue e delle pratiche sostenibili, portando avanti l'importante lavoro di preservazione della diversità culturale e ambientale del nostro pianeta. Tuttavia, è essenziale che questo Consiglio sia istituito in modo inclusivo e che le opinioni e i bisogni di tutte le comunità indigene siano adeguatamente rappresentate e prese in considerazione. La creazione di un tale organo richiederebbe un dialogo approfondito con le popolazioni indigene stesse per garantire che sia veramente efficace nel raggiungere i suoi obiettivi di rappresentanza e di promozione dei diritti umani e della giustizia sociale.

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11.7 – La creazione di un Consiglio dei giovani e delle generazioni future all'interno dell'ONU sarebbe estremamente importante per garantire una rappresentanza adeguata e una voce significativa per i giovani di oggi e per coloro che verranno. I giovani sono spesso trascurati nei processi decisionali a tutti i livelli, nonostante siano tra i più colpiti dalle conseguenze delle politiche attuali e siano destinati a ereditare le sfide del futuro. Un Consiglio dei giovani potrebbe offrire uno spazio dedicato per l'espressione delle esigenze, delle preoccupazioni e delle aspirazioni dei giovani di tutto il mondo, consentendo loro di partecipare attivamente alla definizione delle politiche che li riguardano direttamente. Inoltre, includere le generazioni future in questo consiglio sarebbe fondamentale per garantire che le decisioni attuali tengano conto degli impatti a lungo termine sul pianeta, sull'ambiente e sulla sostenibilità. Le questioni come il cambiamento climatico, la riduzione delle disuguaglianze e la promozione della pace e dei diritti umani devono essere affrontate con una prospettiva intergenerazionale. Affiancare questo Consiglio con assemblee simili a livello nazionale potrebbe rafforzare ulteriormente la voce dei giovani e garantire che le loro esigenze siano ascoltate e prese in considerazione anche a livello locale e nazionale.

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11.8 – La creazione di un Consiglio sull'Antropocene all'interno dell'ONU sarebbe estremamente importante per affrontare in modo efficace e coordinato le sfide ambientali globali, in particolare il cambiamento climatico. L'Antropocene rappresenta l'epoca geologica in cui l'attività umana ha avuto un impatto significativo sul pianeta, modificando profondamente l'ambiente e gli ecosistemi. Affrontare le questioni legate all'Antropocene richiede una risposta globale e coordinata, poiché i cambiamenti climatici e ambientali non conoscono confini nazionali e hanno conseguenze che si estendono su scala planetaria. Un Consiglio sull'Antropocene potrebbe svolgere un ruolo chiave nel coordinare gli sforzi delle agenzie dell'ONU, dei governi nazionali, delle organizzazioni non governative e della società civile per affrontare le sfide ambientali e raggiungere gli obiettivi degli Accordi ambientali multilaterali e degli Obiettivi di sviluppo sostenibile. Questo consiglio potrebbe aiutare a identificare le migliori pratiche, promuovere la ricerca scientifica e tecnologica per affrontare le sfide ambientali, facilitare lo scambio di conoscenze e promuovere azioni concrete per mitigare i cambiamenti climatici, proteggere la biodiversità e promuovere la sostenibilità ambientale.

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11.9 – L'India, essendo una delle nazioni più popolose e culturalmente influenti del mondo, merita di essere considerata per un posto permanente nel Consiglio di Sicurezza dell'ONU. La sua economia in crescita, il suo ruolo geopolitico regionale e globale, e la sua partecipazione attiva alle questioni internazionali ne fanno un candidato naturale per una posizione di maggiore responsabilità all'interno dell'ONU. L'inclusione dell'India come membro permanente potrebbe contribuire a garantire una maggiore rappresentanza geografica ed equità nel processo decisionale dell'ONU, oltre a rafforzare la legittimità e l'efficacia dell'organizzazione.

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11.10 – Un'espansione e un riequilibrio dei seggi totali dell'Assemblea Generale dell'ONU sono essenziali per garantire una maggiore equità e rappresentanza all'interno dell'organizzazione. Attualmente, il sistema di rappresentanza dell'ONU non rispecchia adeguatamente la distribuzione della popolazione mondiale e la diversità delle regioni. Rivedere questa struttura per garantire una migliore rappresentanza delle varie regioni del mondo è fondamentale per assicurare che le decisioni prese dall'ONU riflettano i bisogni e gli interessi di tutti gli Stati membri. Inoltre, una tale riforma dovrebbe essere accompagnata da modifiche alle procedure di voto per ridurre il potere di veto che può distorcere il processo decisionale.

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